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  • Immagine del redattoredott.ssa Noemi Taddio

Cosa mi devo aspettare nella prima seduta dallo psicologo?

La prima seduta dà grandi spunti all’immaginazione. La nostra curiosità ci spinge a farci tante domande, a sentire un brivido lungo la schiena. Chissà come sarà lo studio? Chissà se mi piacerà lo psicologo? Cosa mi chiederà? Mi piacerebbe con queste poche parole farvi dare una sbirciatina nella mia stanza, nel corso di una prima seduta.


Lo studio

Innanzitutto molto dell’immaginario riferito allo studio dello psicologo è costruito dai film. Quando si pensa a questo tipo di professionista ci si immagina una stanza ben arredata, dai toni scuri, mobili seriosi, tappeti e magari il lettino. Partiamo subito dallo sfatare questo mito: non tutti gli psicologi lavorano con il lettino! Io lavoro con un bel tavolo spazioso e le comode sedie tutto intorno. Mi piace vedere questo tavolo non solo come un punto di appoggio, ma anche come uno strumento che permette a me e al mio paziente di costruirci la nostra giusta distanza. Ci sono infatti, nel corso delle sedute, momenti in cui ci si avvicina poggiando magari entrambe le braccia sul tavolo, e altri momenti in cui c’è bisogno di più spazio e ci si lascia andare quindi indietro sulla sedia.

Lo studio lascia entrare dalla finestra posta a lato una dolce luce, resa più accogliente e morbida dalle tende bianche. All’interno della stanza sono presenti alcune decorazioni, un mobile libreria e sono sempre disponibili fazzoletti, acqua fresca e qualsiasi altro genere di comfort.

Mi piace pensare che sia un luogo di pace, di serenità, dove ritrovare il proprio equilibrio; ma anche talvolta un luogo di battaglia, dove alcune parti di noi si scontrano e si affrontano; e infine un luogo sicuro e protetto in cui poter accogliere anche le parti più fragili di noi, quelle più delicate. Mi piace che sia il paziente a decidere dove trovare il suo posto o i suoi posti all’interno della stanza, come muoversi, come usarla tutta e quindi come viverla. Mi piace pensare che sia un porto sicuro a cui attraccare per fare rifornimento, per trovare una terra conosciuta e ancora fertile, ma anche un luogo di partenze dove continuare, più forti e sicuri di prima, nuovi cammini.


Lo psicologo

Se pensiamo alla figura dello psicologo attingiamo anche in questo caso dalla nostra esperienza cinematografica: questa figura professionale è un po’ maltrattata da Hollywood, che la dipinge sempre come lo scienziato pazzo che scava nella mente dei suoi poveri pazienti, o invece del “tuttologo” che conosce sempre ogni risposta.




Lo psicologo è una figura professionale sanitaria, che deve avere alle spalle una specifica formazione. Per saperne di più potete rileggere l’articolo dedicato a questo tema: https://noemitaddio.wixsite.com/mindlab/post/psico-advisor-cosa-fa-lo-psicologo-e-come-sceglierlo


Ma alla prima seduta chi ci troveremo davanti? Com’è lo psicologo?

Molti si stupiscono di trovare una persona diversa dallo stereotipo proposto nei film. Potete trovare una persona più anziana, o invece una più giovane, una persona con tratti classici, o invece anticonvenzionale, qualcuno con una voce squillante o qualcuno invece con una voce profonda, una persona molto energica e frizzante, o una più pacata e delicata. C’è chi ha un viso più materno, chi si veste in modo originale e chi invece predilige uno stile classico, chi ha i capelli corti e chi no. Non c’è una regola fissa, l'importante è che non vi siano elementi che vi disturbano, che possiate trovate fastidiosi.

Non ci dobbiamo dimenticare che anche lo psicologo, prima di essere un professionista, è una persona. Come ogni persona ha il suo vissuto e la sua storia, e questi aspetti più personali di ogni terapeuta entrano nel percorso psicologico, talvolta addirittura rappresentando punti di forza. Ciò che è fondamentale è che la vita del terapeuta non tolga mai spazio e tempo al lavoro del paziente, al suo mondo interno e ai suoi obiettivi. Un vero professionista è capace di utilizzare se stesso, la sua formazione e la sua storia privata come strumento a favore del paziente, mai contro di esso.


La prima seduta

Ciò che più di tutto crea curiosità e anche un po’ di preoccupazione è cosa si farà la prima seduta. Non c’è bisogno di agitarsi!

Nel corso della prima seduta verrete accolti nella stanza, messi a vostro agio, e vi verrà chiesto se ve la sentite di raccontare qualcosa di voi, della vostra storia, dei motivi che vi hanno spinto a richiedere questo incontro. Non è una visita medica dove bisogna fare un elenco di sintomi e il medico fornisce poi diagnosi e terapia. Un percorso psicologico comincia da due persone che si incontrano, che condividono, che raccontano e ascoltano, che rivivono, che si danno il permesso di stare un po’ di tempo insieme, senza giudizio, senza pretese, con curiosità e benevolenza.




Spesso i miei pazienti mi chiedono “Da dove comincio? Di cosa devo parlare?”… io li rassicuro dicendo che non ci sono cose da raccontare o domande da fare per forza, che possono utilizzare quel tempo insieme per dirmi ciò che vogliono, che qualsiasi cosa decidano di raccontarmi io sarò pronta ad ascoltarli. Qualcuno allora comincia a cascata, qualcuno invece resta titubante, qualcuno addirittura non trova parole da dire e rimane in silenzio. Anche in questo caso non c’è una regola. Va tutto bene, ogni sensazione, emozione, pensiero, parola o gesto, vengono accolti.


Al finire della seduta si parla poi della parte burocratica, più noiosa ma necessaria: si forniscono i moduli del consenso (la famosa privacy per capirci), si concorda insieme il costo del percorso, si condividono l’impegno e la motivazione necessari per affrontare questo cammino, si stabilisce uno spazio e un tempo per i prossimi incontri.



La vostra opinione

E ora vi lascio la parola! Qual è la vostra esperienza? Cosa vi è piaciuto di più dello studio in cui siete entrati? Oppure se non siete mai andati da uno psicologo, cosa vi piacerebbe trovare?


Dott.ssa Taddio



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