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  • Immagine del redattoredott.ssa Noemi Taddio

La disregolazione emotiva e la finestra di tolleranza

Imparare a gestire le emozioni è un processo che inizia da piccoli e va avanti per tutta la vita; le difficoltà, soprattutto, nel gestire certi tipi di emozioni possono essere dietro l’angolo.

Vi siete mai chiesti come mai in alcune situazioni perdiamo le staffe oppure ci “blocchiamo” e non riusciamo a superare serenamente un certo evento oppure abbiamo un vissuto di angoscia e pericolo imminente anche se in apparenza non c'è nulla che non va?

Sicuramente le situazioni esterne nelle quali siamo immersi ci portano a reagire in determinato modo, ma è anche vero che molto spesso ci sembra di esagerare, di avere emozioni troppo forti o di perdere il controllo.


La finestra di tolleranza

Per capire questi meccanismi, Daniel Siegel, celebre psichiatra statunitense, ha sviluppato il concetto di "finestra di tolleranza" nel 1999.





Egli definisce la finestra di tolleranza come un range all'interno del quale le diverse intensità di attivazione (arousal) emotiva e fisiologica del cervello possono essere integrate senza interrompere la funzionalità del nostro sistema (Siegel, 1999, 253, ed. americana).

Cosa significa questo? Che in una condizione di stabilità e sicurezza, il nostro sistema nervoso autonomo mantiene un'attivazione ottimale, che ci consente di essere più o meno attivi e di restare all'interno della finestra di tolleranza.

La "finestra di tolleranza" si sviluppa a partire dall'infanzia e viene costruita all'interno delle relazioni interpersonali significative (quelle con mamma e papà) e all'interno degli eventi e dei vissuti della persona. Essa può essere più o meno ampia, a seconda di fattori come l'età (nei bambini è molto più sottile), dalla qualità della vita (ad esempio la qualità del sonno può influire sul nostro arousal), dalla rete sociale in cui si è cresciuti, e dai vissuti affrontati.


L'oscillazione all'interno della finestra è del tutto normale, quando compiamo delle attività sportive intense ad esempio o quando prendiamo una strigliata dal capo si attiverà maggiormente il sistema nervoso autonomo nel suo segmento simpatico o ortosimpatico ("verso l'alto") producendo delle sensazioni di agitazione e frenesia, quando invece stiamo godendo di un momento di rilassamento o abbiamo affrontato un pranzo abbondante o ancora abbiamo affrontato una giornata lavorativa particolarmente stressante, si attiverà maggiormente il sistema nervoso autonomo "verso il basso" nel suo segmento parasimpatico, favorendo sensazioni come distacco emotivo, confusione, "disattivazione". Queste oscillazioni sono vissute da tutti e sono del tutto normali.



Finestra di tolleranza e disregolazione emotiva

Ma cosa succede quando usciamo da questa finestra di tolleranza? Quando affrontiamo un evento particolarmente intenso, un trauma, una situazione in cui ci sentiamo minacciati in prima persona o quando è qualcuno vicino a noi ad essere in pericolo, per portarci immediatamente al di fuori della finestra di tolleranza e ad attivare la cosiddetta "difesa attiva"(iper-arousal). Il sistema nervoso autonomo ortosimpatico si attiva, spostandoci "verso l'alto" e favorendo i due meccanismi di difesa di attacco o fuga.

Se queste difese sono efficaci, riusciamo a portarci nuovamente in breve tempo all'interno della finestra di tolleranza e tutto ritorna in una condizione di sicurezza; ma quando le difese attive falliscono si attiva invece il sistema nervoso autonomo nel suo segmento parasimpatico, comportando una "difesa passiva" (ipo-arousal), simile ad uno "spegnimento", caratterizzato da immobilizzazione, impotenza, torpore.


Come abbiamo detto, la finestra di tolleranza si sviluppa naturalmente nell'infanzia. Il nostro sistema nervoso autonomo è capace in maniera innata di farci riconoscere situazioni di pericolo o invece di sicurezza, e di regolarsi per reagire agli eventi nel modo migliore possibile, ricercando continuamente uno stato di omeostasi ed equilibrio interiore.



Ma non sempre le cose funzionano al meglio: le ricerche dimostrano come un bambino che abbia avuto genitori poco attenti ai propri bisogni emotivi o abbia vissuto eventi traumatici (abusi, lutto, maltrattamenti, ecc.), possa sviluppare un sistema nervoso autonomo "difettoso", che gli fa percepire uno stato di pericolo o di allerta costante. O ancora una persona può uscire dalla finestra di tolleranza e continuare a oscillare tra i due estremi, senza che il sistema riesca a regolarsi da solo.

Questa condizione clinica che viene a delinearsi è definita disregolazione emotiva.






Il concetto di disregolazione emotiva si riferisce ad un'interruzione della "stabilità interna" dei processi mentali che sono legati alla costante e dinamica regolazione delle attività di cervello- mente/corpo/ambiente (Lazarus e Folkman, 1984)

La permanenza per lunghi periodo al di fuori della finestra di tolleranza e quindi in una situazione di attivazione (arousal) eccessiva, può condurre allo sviluppo di alcune psicopatologie, come ad esempio disturbi d'ansia, insonnia, disturbi dell'umore, difficoltà relazionali ecc.



Come si affronta?

Come abbiamo visto è importante cogliere i segnali ed intervenire al più presto. Spesso la sintomatologia ci preoccupa e ci spaventa, si ha la sensazione di perdere il controllo sulle proprie emozioni, di essere incapaci di reagire di fronte a certe situazioni e di diventare pazzi.

È bene rivolgersi ad un professionista, che può aiutarci a contenere i sintomi, e a lavorare sull'ampliamento della finestra di tolleranza e sulla capacità di auto-regolazione, attraverso esercizi e pratiche mirate. Comprendendo il nostro funzionamento e fornendo senso ai segnali corporei che ci arrivano, possiamo contenere il disagio emotivo e migliorare la nostra capacità di auto-regolarci, in favore di un maggiore equilibrio.




Se hai bisogno di aiuto o semplicemente vuoi contattare lo studio Mind Lab per qualsiasi informazione, utilizza tutti i contatti a disposizione:










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