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  • Immagine del redattoredott.ssa Noemi Taddio

Baby Blues e Depressione Post-Partum

Tutti crediamo che il periodo immediatamente successivo alla nascita di un figlio sia felice, un momento meraviglioso e naturale per la donna che lo vive, che la maternità porti con sé gioia, serenità e soddisfazione personale. Ma non sempre è così.





Il parto porta con sé grandi modificazioni fisiche, dal punto di vista ormonale, ma anche psicologiche: l'assunzione di un nuovo ruolo all'interno della propria vita, la responsabilità, il cambiamento delle abitudini. Molte donne (circa l'85%) , anche dopo una gravidanza non problematica, dopo il parto passano un periodo buio, caratterizzato da sensazioni di insicurezza, paura, impotenza. Per la maggior parte dei casi i sintomi sono di lieve intensità e di breve durata, e viene definito "Maternity Blues" o "Baby Blues", ma il 15-20% delle donne sviluppa invece una sintomatologia più significativa, che sfocia in una forma di depressione: la Depressione Post- Partum.


In questo articolo cercheremo quindi di distinguere i due disturbi, individuandone i principali sintomi e le caratteristiche più salienti, per poi analizzare e indicare le soluzioni e i possibili trattamenti.


Baby Blues

Con questo termine inglese si indica una condizione di fragilità, di estrema stanchezza legata alle fatiche fisiche e al repentino cambiamento ormonale avvenute con il parto. Mauro Mauri, direttore dell'UO di Psichiatria universitaria 2 dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana e responsabile di un gruppo di ricerca dedicato alla depressione perinatale, descrive il Baby Blues come "una sorta di tristezza del post parto che colpisce in genere 3-4 giorni dopo la nascita del bambino e dura al massimo una settimana, durante la quale si può soffrire di umore labile, con facile tendenza al pianto, tristezza, ansia, irritabilità, difficoltà di memoria e concentrazione".

Bisogna quindi sottolineare come il baby blues non sia un vero e proprio disturbo, ma una condizione post- partum quasi fisiologica e molto frequente, che interessa fino all'80% delle neo-mamme.


Le caratteristiche principali del baby blues sono:


  • tono dell'umore altalenante

  • stanchezza fisica

  • crisi di pianto immotivate

  • difficoltà di concentrazione

  • disturbi del sonno (frequenti risvegli, difficoltà ad addormentarsi ecc.)

  • difficoltà nell'alimentazione (inappetenza o fame eccessiva)

  • irritabilità


Depressione Post Partum (DPP)

La Depressione Post Partum è una forma depressiva di consistente entità che si manifesta dopo il parto e che può mantenersi invariata per i 6 o 7 mesi successivi, se non repentinamente e adeguatamente trattata. E' bene sottolineare che la depressione post- partum non deve essere trascurata, in quanto tende a cronicizzarsi e trasformarsi in Disturbo Depressivo Maggiore, compromettendo il giusto sviluppo della relazione madre- bambino (relazione di Attaccamento). Si stima infatti che tra le neo-mamme il 10 – 20% possa sviluppare questo disagio psicologico, e che il 3-6% di queste possa andare incontro, se non adeguatamente aiutate, allo sviluppo di una Depressione Maggiore.

L'esordio può essere sfumato e graduale oppure molto rapido, solitamente avviene intorno al terzo mese di vita del bambino, ma può presentarsi anche molto più in là nel tempo. Si ritiene che la depressione post- partum sia l'esito di una depressione non riconosciuta durante la gravidanza.


Ma quali sono i sintomi della depressione post partum?


  • Crisi di pianto;

  • Irritabilità eccessiva, che può presentarsi talvolta con un’aggressività espressa sia in termini verbali che di comportamento (che raramente sfocia nella violenza);

  • Insofferenza verso chiunque stimoli una richiesta di attenzioni;

  • Disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi, risvegli frequenti, incubi ricorrenti);

  • Stanchezza fisica;

  • Spossatezza psicologica;

  • Difficoltà di concentrazione e attenzione;

  • Disturbi psico-somatici (disturbi dell'appetito, sintomi fisici, palpitazioni, vertigini, senso di oppressione ecc.);

  • Sentimenti di inadeguatezza nei confronti dell'accudimento del bambino;

  • Pensieri di tipo ossessivo legati al benessere del bambino e alla sua routine;

  • Ruminazione mentale (eccessiva preoccupazione rispetto agli orari dell'allattamento e del sonno, pensieri negativi rispetto alle proprie capacità ecc.)

  • Senso di colpa esperito nel non sentirsi la “mamma modello” che si era immaginata in gravidanza;

  • Sensazione di perdita di controllo sulle proprie emozioni, sui propri comportamenti;

  • Pensieri negativi sul bambino: paura di ferirlo o ucciderlo per sbaglio;

  • Perdita di desiderio sessuale.


Le cause della Depressione Post- Partum non sono del tutto note. Si riconduce l'insorgenza al cambiamento ormonale occorso in gravidanza, al possibile mancato riconoscimento di una depressione durante il parto, ad una condizione di fragilità relazionale e famigliare.

I principali fattori di rischio per sviluppare una DPP sono infatti: aver sofferto di ansia e depressione anche prima della gravidanza; familiarità per disturbi psichiatrici (cioè avere familiari stretti che ne soffrano o ne abbiano sofferto); vivere o aver vissuto di recente situazioni molto stressanti (un lutto, una separazione, la perdita del lavoro); vivere una condizione di scarso supporto familiare o sociale; difficoltà o precarietà economiche; soffrire di disturbi della funzionalità tiroidea.


La Depressione Post- Partum è spesso sotto- diagnosticata, poiché molte donne che ne soffrono tendono a nascondere o a minimizzare ciò che provano e che stanno vivendo, per la vergogna e il timore del giudizio della famiglia e della società. "Tutti intorno a lei sono contenti dell'arrivo del bambino, pensano che debba esserlo anche lei e la mamma si adatta a questa situazione, sente di non potersi permettere di essere triste, anche se lo è" afferma Mauro Mauri.



Cosa succede al bambino se la mamma è depressa


La neo-mamma che si trova a vivere una depressione post- partum solitamente reagisce in due modi differenti nei confronti del suo bambino: iper- accudimento o trascuratezza.

Alcune donne assumono un atteggiamento iper- controllante: sono ossessivamente preoccupate per la salute e il benessere del figlio (il peso, la crescita, il sonno, l'alimentazione ecc.), controllano ripetutamente il bambino (se respira, se è sudato e così via), non lasciando spazio alla naturale e fisiologica espressione e soddisfazione dei suoi reali bisogni. Altre mamme invece vivono sensazioni di impotenza e inadeguatezza tali da arrivare a trascurare il loro bambino, giungendo a delegare ad altri la cura del figlio o nei casi più gravi a non riuscire a prenderlo in braccio o stargli vicino.

In entrambi questi casi viene meno la reciprocità della relazione madre-bambino, viene quindi compromessa quella sintonia che è la base della costruzione di una buona modalità di relazione di Attaccamento (l'Attaccamento è la modalità di relazione che il piccolo instaura con la mamma nei primi anni di vita e influenzerà il suo modo di interagire con il mondo).


Come intervenire

Se con il tempo la stanchezza, le sensazioni di tristezza, angoscia e paura e la sintomatologia somatica (disturbi del sonno e dell'alimentazione) non svaniscono, è bene rivolgersi ad uno specialista. In primo luogo può essere il medico di base, di cui ci si fida, oppure uno psicologo o uno psichiatra.

Lo specialista consiglierà poi il percorso migliore, in base alla gravità della situazione. Spesso anche solo parlare con qualcuno e confrontarsi sui propri vissuti e sulle proprie emozioni è motivo di grande sollievo. Sappiamo che molte ansie e molte paure ci sembrano insormontabili, perché ci convinciamo di essere i soli a provarli, mentre non è così.

Le possibilità di intervento si collocano su tre livelli principali:

1. L'auto-aiuto Se la sintomatologia risulta lieve e si parla quindi di un Baby Blues alcuni accorgimenti possono essere risolutivi:

  • Non nascondere il proprio malessere, ma confidarlo ai propri familiari, al proprio partner, agli amici o ad uno psicologo;

  • Cercare di ritagliarsi un po' di tempo per se stesse (non significa essere cattive madri!);

  • Cercare di riposarsi di più, mentre il bambino dorme o la sua cura può essere delegata a qualcun'altro;

  • Cercare di seguire una dieta sana e fare, laddove possibile, attività fisica leggera, meglio se all'aria aperta.

2. La terapia psicologica Nel caso in cui la sintomatologia risulti di più grave entità e di lunga durata, è bene intraprendere un percorso psicologico più approfondito, che possa prendere in esame tutti gli aspetti del vissuto, cognitivi, emotivi, comportamentali e relazionali. I trattamenti psicologici con maggiore efficacia sono quelli cognitivi-comportamentali. Non dobbiamo spaventarci: il percorso psicologico non deve per forza durare tanto tempo o sottrarre attenzioni al nuovo cucciolo della casa: sarà infatti la paziente insieme al professionista a definirne obiettivi, tempi e modi e i piccoli sono sempre i benvenuti nella stanza della seduta.

3. La terapia farmacologica La terapia farmacologica risulta poco utilizzata per questo tipo di disturbo, poiché si colloca in una fase molto delicata della vita: la gravidanza o l'allattamento. Tuttavia non bisogna avere paura, il giusto specialista potrà indicarvi la terapia farmacologica più efficace, per la salute (fisica e psichica) vostra e del vostro bambino.




Scrivete le vostre domande, curiosità, opinioni o esperienze nei commenti. Tutte le neo-mamme devono sapere che non sono sole, che non c'è niente di cui vergognarsi nel provare queste emozioni negative dopo il parto, e che questo non le rende cattive madri.

Anzi, rendersi conto delle proprie difficoltà e chiedere aiuto è un atto di estremo coraggio e denota tutta la sensibilità nei confronti del proprio ruolo di madre e dell'amore nei confronti del proprio bambino.


Per contattare lo studio, chiedere informazioni o prenotare il vostro spazio, è sufficiente utilizzare uno dei canali disponibili:


Dott.ssa Noemi Taddio





BIBLIOGRAFIA

https://www.istitutobeck.com/depressione/depressione-post-partum

https://www.stateofmind.it/tag/depressione-post-partum/

https://www.consultorioantera.it/approfondimenti/disturbi-dello-stato-dell-umore/depressione-post-parto.html










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