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  • Immagine del redattoredott.ssa Noemi Taddio

Languire: non depressi ma senza gioia, l'emozione post Covid-19

Secondo il New York Times, dalla penna dell'autorevole fonte di Adam Grant, Psicologo alla University of Pennsylvania, sarebbe questa l'emozione prevalente che ci portiamo dietro dalle restrizioni e dalla pandemia.


Cosa significa "languire"?

L'emozione prevalente del 2021, come conseguenza della pandemia da Covid-19 ormai cominciata più di un anno fa, sarebbe il "languishing" che potremmo tradurre come "languire". Questo termine sta ad indicare una situazione particolare in cui non vi è un vero e proprio stato depressivo, ovvero non vi sono nemmeno sintomi riconducibili a stati d'ansia acuta o a disturbo di panico.

Languire potrebbe essere identificato come una situazione di mancanza di gioia, mancanza di benessere, e assenza di uno scopo ben preciso all'interno della propria esistenza. Si presenta come un senso di stagnazione, di vuoto, di blocco apatico rispetto ad ogni attività, anche le più quotidiane.


Così lo descrive Adam Grant: "Non hai sintomi di disagi psichici, ma non sei il ritratto della salute mentale. Non funzioni al massimo delle tue capacità. Il 'languishing' spegne la tua motivazione e distrugge la tua capacità di concentrarti."

Quali sono i sintomi di questo languire?

I sintomi principali sono così descritti:

  • assenza di gioia, apatia

  • tendenza all'isolamento

  • assenza di motivazione, mancanza di stimoli

  • senso di vuoto

  • difficoltà a concentrarsi

  • difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane

  • problemi del sonno

  • senso di agitazione

  • senso di impotenza

  • mancanza di progettazione

  • ridotta capacità di affrontare le situazioni, anche le più banali


Secondo Corey Keyes, lo psicologo che ha coniato questo termine associandolo alle ripercussioni psicologiche che stiamo attraversando, l'aspetto più pericoloso del "languishing" è l'inconsapevolezza che l'accompagna. In una società in cui rivolgersi ad uno psicologo significa essere pazzi, risulta ancora più difficile accedere ai servizi di salute mentale per un problema che non è riconosciuto come tale. Le sensazioni e le emozioni che l'accompagnano infatti non sembrano "gravi", si tende a lasciare trascorrere del tempo, si crede che sia solo una questione momentanea che passerà spontaneamente.


Keyes afferma: "Quando non riesci a capire che stai soffrendo, non puoi cercare aiuto né fare molto per aiutare te stesso."

Molte persone che si stanno rivolgendo allo studio tendono a pensare di "essere guaste" o essere le sole a provare questo tipo di emozione. Si rimproverano di provare queste sensazioni apparentemente senza motivo, senza aver toccato con mano la terribile realtà del Covid-19 o senza aver vissuto in prima persona momenti di difficoltà acuta.


Come affrontare e risolvere il languishing?

La prima cosa da fare è riconoscere questo tipo di emozione che ha pervaso la nostra vita, assumere un atteggiamento non giudicante, e uscire dalla tendenza all'isolamento che ci spinge sempre di più ad un comportamento passivo.

Reagire al "languishing" significa tornare a fare qualcosa per se stessi, per il proprio benessere.


C'è un atteggiamento che può opporsi a questa tendenza: in inglese viene definito dalla parola "flow" flusso/fluire. La cosa più importante da fare è tornare a concentrarsi sul presente, allenandosi a cogliere e lasciare fluire gli stati mentali (emozioni e pensieri). Questo "flow" andrebbe ad indicare quel preciso stato mentale in cui ci sentiamo completamente assorbiti da qualcosa e perdiamo l'orientamento nel tempo e nello spazio. Per fare questo non è necessario attivare emozioni forti, non dobbiamo buttarci con il bungee jumping o andare a scalare l'Everest! Basta dedicarci un tempo che non sia frammentato, anche di breve durata, per fare un'attività piacevole e quotidiana (guardare un film, fare un passeggiata, immergersi in un bagno caldo) e lasciare fluire le sensazioni, le emozioni e i pensieri che arrivano.


Molti pazienti riportano come il tempo del lavoro si sia dilatato, non solo per via del sempre più frequente smart working, ma anche per il mancato accesso ad attività ricreative. La pandemia ci ha costretti a frammentare il tempo che dedichiamo per noi, cambiando continuamente l'attività in cui siamo impegnati e passando senza sosta dal lavoro, alla lavatrice, alla cura dei figli, al cucinare la cena, al rispondere a email o a call improvvise. Sicuramente la situazione non è d'aiuto, ma è importante sapere che non siamo del tutto impotenti di fronte a questo, possiamo fare qualcosa!


Impariamo a programmare in anticipo le attività lavorative della giornata, e dedichiamoci del tempo per altre attività di svago, avendo cura che questo non sia interrotto continuamente da altre preoccupazioni. Ritagliamoci del tempo per proporci delle piccole sfide, degli obiettivi a breve termine, delle mete significative da raggiungere.

Un' ottima attività in cui impegnarci è la passeggiata giornaliera, è consigliabile infatti fare ogni giorno una camminata, a passo sostenuto ma non di corsa, di almeno 30 minuti. Camminare infatti ci porta innumerevoli benefici, non solo per il corpo ma anche per la mente:

  • fornisce più ossigeno, che dona più vigore e stimola il lobo frontale, favorendo la capacità attentiva e alleggerendo il pensiero;

  • libera endorfine, favorendo uno stato mentale di benessere o ottimismo;

  • abbassa il cortisolo, l’ormone dello stress;

  • rilassa e distende;

  • tonifica il corpo, favorendo una sensazione di forza e di capacità reattiva;

  • aumenta la sensazione di libertà e apertura;

  • consente di mettere in gioco (in modo consapevole) i cinque sensi.

Queste strategie talvolta non sono sufficienti, così come non è sempre così semplice accorgersi di essere immersi in questa situazione. Per prenderci cura della nostra mente è sempre importante rivolgerci ad un professionista psicologo, che sappia dare voce insieme a noi a questa sensazione, e ci sappia indirizzare e accompagnare nel percorso verso il benessere.

Grant afferma infatti: "Se non hai la depressione non significa che tu non stia soffrendo. Se non hai il burn out non vuol dire che tu non sia esaurito. Sapendo che molti di noi in questo periodo stanno 'languendo', possiamo finalmente iniziare a dare una voce a questa disperazione sommessa"

Mind lab non solo vuole aiutare a far sentire le persone che stanno languendo meno sole, ma vuole dare anche la speranza e tutto l'aiuto professionale possibile per affrontare e uscire da questa situazione! Se ti riconosci in questa emozione e non sai a chi rivolgerti, prenota un primo colloquio attraverso i contatti dello studio:


Dott.ssa Noemi Taddio





BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

huffingtonpost.it

https://sanitasenzaproblemi.it/camminare-ogni-giorno-come-antidepressivo-e-non-solo

https://www.greenme.it/







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